Quale leva per il turismo accessibile?

Quale leva per il turismo accessibile?

Tanti anni fa, nell’estate del 1992, sono andata in vacanza a Creta..

Ero in un albergo che, primo fra tutti nell’isola, era accessibile a persone con difficoltà motoria.

Mi ero aggregata ad una compagnia di una ventina di ragazzi di Milano. Avevano scelto quell’hotel perchè erano in compagnia di un loro amico che non poteva camminare.

In quei quindici giorni ho visto quel ragazzo andare in piscina, scendere al mare, andare al ristorante o in camera in perfetta autonomia, muovendosi per quei luoghi come tutti gli amici che erano con lui, senza avere bisogno, come mi raccontava succedeva in altri luoghi, di qualcuno che lo prendesse in braccio o spingesse la carrozzina per superare quel gradino o quella buca.

Un grande esempio di libertà, nonostante il suo handicap, un grande esempio di sensibilità ed apertura mentale da parte della struttura ricettiva, un grande intuito economico: il ragazzo era uno ma aveva portato in quell’albergo altri venti suoi amici;

il turismo accessibile è quindi anche un nuovo mercato economico.

Io che sono mamma di un ragazzino autistico spingo molto su questo: dove manca una sensibilità autentica e spontanea dobbiamo fare leva  sui conti economici, sulle convenienze finanziarie.

Tutto, nella direzione del futuro: i diversamente abili, qualunque siano le loro difficoltà, hanno il diritto di vedere una società che si impegna ad abbattere qualunque tipo di barriera, fisica o culturale.

E meritano servizi efficienti e sempre più personalizzati.

Elisabetta Tonini

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