Quando Tommaso incontrò il bambino blu…

Inizia oggi la sua avventura nel nostro blog Elisabetta Mauti, psicologa e autrice di fiabe, che ci ha conquistate con la delicatezza e sensibilità con cui affronta nei suoi racconti problemi dolorosi e profondi quali la disabilità in famiglia. Ha accettato con entusiasmo di scrivere per noi e insieme a noi genitori delle fiabe originali che ci possano aiutare in una serena crescita degli altri nostri figli.

Ringraziamo di cuore anche Alessandra Frate, che ha curato le bellissime illustrazioni. Alessandra ci ha inoltre gentilmente messo a disposizione anche i disegni in bianco e nero, che potrete scaricare e fare colorare ai vostri bambini!

Eccovi la prima fiaba di Elisabetta Mauti…

Quando Tommaso incontrò il bambino blu…

Tommaso voleva un fratellino: si sentiva solo senza qualcuno con cui giocare. Aveva una sorella piccola, è vero; ma a lei piaceva solo giocare le bambole e fingere di cucinare.

Quando arrivava l’ora di andare a dormire, Tommaso sentiva più forte la solitudine. Avrebbe voluto un fratello con cui parlare, mentre sentiva papà e mamma in sala, che guardavano la televisione o chiacchieravano tra loro.

Una volta a letto guardava a lungo il cielo buio, dalla finestra della sua camera fin quando si addormentava. Quella sera la luna sembrava più grande e luminosa del solito, come una lampadina appesa nel cielo. Tommaso la osservò a lungo, incantato. “Grande luna, mandami un fratello: per favore. Un fratello con cui giocare!” Lo chiedeva ogni sera, sperando che la luna potesse accontentarlo. Stava quasi per mettersi a dormire, quando si accorse di un puntino – piccolo, piccolo – che sembrava uscito dalla luna; strizzò gli occhi per vedere meglio. Era proprio così: un puntino scendeva veloce nel cielo e si dirigeva verso la terra.

Tommaso non lo perse mai di vista. Quando fu abbastanza vicino, si accorse che non era affatto un puntino come credeva all’inizio: nossignore. Era un bambino.

Con la pelle bianca, come quella della luna, il bambino scendeva nel cielo, pian piano, come se un enorme paracadute accompagnasse il suo volo. Era forse un bambino magico?

Tommaso non gli staccò gli occhi di dosso, neppure un istante.

Il bambino sembrava diretto proprio verso il loro balcone. Tommaso si alzò dal letto e aprì la grande finestra della sua camera. Poi pensò che doveva farsi notare dal bambino lunare e si mise a saltare, agitando le braccia, ma in silenzio, bene attento che la mamma non lo sentisse o sarebbe sicuramente corsa a vedere.

Anche se il bambino lunare guardava altrove, veniva verso di lui. Tommaso era stupito, ma contento. Quando atterrò sul balcone, i due si trovarono proprio vicini. “Ciao,” disse Tommaso eccitato. “Sei sceso dalla luna? Io ti ho visto. Dimmi come hai fatto!” Mentre lo osservava, Tommaso si rese conto che questo strano bambino era blu. Non scuro, come il cielo di notte, ma di un colore quasi lucente.

tommaso e fratellino blu (1)

Il bambino non rispondeva. Allora Tommaso gli fece segno di entrare in camera e il bambino blu lo seguì. Doveva essere ormai molto tardi. La casa era silenziosa adesso: anche papà e mamma dovevano essere andati a dormire.

“Che vuoi fare?” Chiese Tommaso. Il bambino lunare appoggiò la testa sul cuscino senza parlare e Tommaso capì che era stanco. “Dormiamo adesso,” disse. “Domani parliamo.”

Chiuse la finestra e i due bambini si addormentarono, uno vicino all’altro.

Quando papà e mamma incontrano il bambino blu

La mattina dopo Tommaso si svegliò prima di tutti. Aprì gli occhi curioso: il piccolo ospite spaziale era ancora lì; non era stato solo un sogno. Il bambino dormiva accanto a lui. Era blu, di un colore delicato e misterioso.

Quando la mamma entrò in camera di Tommaso, quella mattina rimase di stucco: non riusciva proprio a credere ai suoi occhi. Per la verità non riusciva neanche tanto bene a parlare: “Ma…, ma…, ma…,”

“Che c’è, mamma?” Chiese Tommaso con tono gentile.

Lei lo guardò in modo strano. “Lo conosci questo bambino?”

“Oh, lui. È mio fratello: è sceso questa notte dal cielo, per stare con noi.” La mamma chiamò papà. Lui ebbe più o meno la stessa reazione, ma fece molte più domande e Tommaso raccontò tutta la storia, di come il bambino blu era scivolato giù nel cielo ed era atterrato in balcone; e di come avessero dormito insieme tutta la notte.

Alla fine del racconto sia la mamma che il papà erano contenti. Adesso l’unica cosa di cui avevano davvero bisogno era una cameretta per il nuovo fratellino.

La casa blu

Papà e Tommaso misero in ordine la mansarda e dipinsero le pareti; poi acquistarono un letto nuovo, un armadio e perfino una piccola scrivania, così il fratellino poté avere una stanza tutta sua.

Ma non fu quella l’unica cosa a cambiare in casa loro.

Pian piano infatti, dopo il suo arrivo, la casa cominciò a diventare blu. Successe lentamente: prima le pareti, poi i mobili, i tappeti, perfino il frigorifero e la vasca da bagno.

A Tommaso piaceva, perché il blu è un colore bellissimo, da maschi. Solo che presto anche quello che mangiavano iniziò a colorarsi di blu. Prima successe alla frutta: le banane erano blu e le ciliegie e le arance; poi il riso e gli spaghetti. Lo stesso la carne, il pane. Perfino la coca cola diventò blu e a Tommaso non veniva più voglia di berla, perché aveva lo stesso colore dell’acqua e sembrava perfino che avessero lo stesso sapore.

Col passare dei giorni tutto diventò blu: i libri dei compiti e i personaggi dei cartoni animati. Tutti i vestiti e le macchinine, la cartella e perfino i fogli. Molte cose non si potevano più fare come scrivere, leggere o colorare, perché tutto era blu.

tommaso diventa blu

Tommaso cominciò a sentire la nostalgia dei gialli e dei rossi e dei verdi. Solo quando era in classe, insieme ai suoi amici, le cose riprendevano il loro colore e Tommaso si sentiva meglio. Spesso il pomeriggio non aveva voglia di tornare a casa e restava da Marco, il suo compagno di banco, per fare i compiti e mangiare pane e nutella, che lì erano del colore giusto.

Un pomeriggio la mamma invitò Marco a giocare a casa loro. Lui e Tommaso fecero merenda con biscotti blu e latte blu. Giocarono un po’ con i lego e alla fine Marco disse che doveva andare a casa. Tommaso lo guardò dalla finestra mentre usciva dal portone e andava via.

Dopo che Marco era stato a casa loro, le cose peggiorarono. Da quel giorno infatti Tommaso si sentì blu anche a scuola: non sapeva dire il perché, ma gli sembrava che tutti lo osservassero in modo strano e che le sue cose, la penna, l’astuccio, i quaderni, fossero più blu degli altri. Stava seduto in cortile da solo, quando la maestra di matematica gli venne vicino. “Che ti succede Tommaso?” gli chiese. “Niente,” mentì il bambino perché non sapeva come farsi capire.

Quando Tommaso usciva con la sua famiglia a mangiare la pizza o a fare una passeggiata, pareva che tutti li guardassero, perché erano blu. Pian piano smisero di uscire e quando avevano voglia di pizza, se la facevano portare a casa.

Quando fu che tutto cambiò

Per la fine dell’anno scolastico a scuola era stata organizzata una bellissima festa e un coro di bambini era stato invitato a cantare. Tommaso non voleva andare a sentirli: aveva paura che si sarebbe sentito blu, insieme alla sua famiglia, davanti a tutti.

“Restiamo a casa,” propose, ma la mamma era decisa ad andare. Così fecero. Si sedettero vicini e si sentirono avvolti da una luce blu, mentre gli altri li osservavano incuriositi. Poi la musica iniziò ed ecco che insieme alla voce, Tommaso vide raggi di ogni colore partire dal palco e volare per la sala, come stelle filanti. Il coro – ma anche il pubblico – era accarezzato da tutte quelle luci colorate e presto non si riuscì più a riconoscere chi era blu, chi verde chi rosso. Fu un esperienza bellissima. Tommaso si dimenticò delle sue paure e si fece trasportare dai viola e dai celeste, dagli arancio e dai meravigliosi gialli.

“Hai visto che è valsa la pena di andare?” gli chiese la mamma, quella sera, quando Tommaso era a letto, sorridente come non gli capitava da tempo.

“È stato bellissimo.” Confermò lui. “Ma dobbiamo trovare il modo perché succeda anche qui.. Sono stufo di vedere sempre e solo blu.” Quella notte sognò il coro. Mentre i bambini cantavano, il maestro non li dirigeva con la bacchetta, come era successo a scuola, ma agitava due grandi pennelli, con i quali dipingeva l’aria della stanza.

Il giorno dopo Tommaso uscì veloce di casa. Voleva andare a parlare con il maestro del coro. Lo trovò da solo, in palestra che metteva a posto gli strumenti.

“Ieri sera sono venuto ad ascoltarvi,” gli disse Tommaso. “E ho visto i colori della musica riempire la sala.”

Il Maestro del coro lo ascoltò con attenzione. “Anch’io ti ho visto,” rispose e Tommaso ebbe paura di quello che avrebbe aggiunto. “Tu eri il fratello grande della famiglia blu.”

Tommaso restò in silenzio: non sapeva che aggiungere. Allora il Maestro del coro gli porse una piccola scatola: dentro c’era un’armonica. “Portala a casa,” gli disse; “e inizia subito ad esercitati.”

Tommaso corse a casa e provò a suonare. Prima le note erano dure e rigide, ma poi, man mano che provava diventavano sempre più fluide e belle. Si sedette sul balcone e lentamente trovò il modo di fare uscire una musica rosa dalla sua armonica. I rosa salirono dalla strada e si misero a girare nella stanza, prima piano; poi sempre più veloci. La prima che entrò in camera sua fu Marina. “Che bello!” disse contenta guardandosi intorno. Il rosa riempiva la camera e le dava mille sfumature diverse e la bambola della bambina pian piano prese colore: il cappello, l’abito, le scarpe si colorarono di tanti rosa diversi.

bambino blu fisarmonica copy (1)

Poi arrivarono i gialli e gli arancio e per ultimo un timido verde. A quel punto Martina saltava dalla felicità e voleva che anche gli altri venissero a vedere quei magici colori. Aprì la porta della camera di Tommaso e i colori si riversarono fuori: in corridoio, in bagno, in cucina, in tutte le stanze della casa; e ogni mobile, ogni piatto, ogni tappeto riprese un colore vivace brillante. Intanto dall’armonica di Tommaso spuntavano i viola e gli azzurri. La mamma si affacciò dalla sua camera per vedere che cosa stava succedendo, ma i colori l’avevano già avvolta e i suoi capelli avevano tante sfumature di biondo, che lei stessa di era quasi dimenticata. Papà entrò dal giardino, tutto sporco di terra e di erba e gli altri si misero a ridere vedendolo, per via di tutto quel verde e del marrone che gli copriva la maglia e le mani e la faccia. I colori dipingevano tutto e la loro casa sembrava di nuovo allegra e piena di cose belle.

Anche il fratellino blu mise la testa fuori dalla sua camera, per vedere cosa stava succedendo. I colori lo abbracciarono, senza toccarlo, avvolgendosi intorno a lui;

fratellino blu e colori

il suo blu sembrava più bello e luminoso del solito. Tommaso andò avanti a suonare fin quando tutti i colori furono richiamati nella sua casa, anche il bianco dei fogli dei quaderni e il marrone della nutella. Poi finalmente corse in cucina a fare una vera merenda, insieme ai suoi fratelli.

Autrice: Elisabetta Mauti


foto eli

contatti: dillocon1fiaba@libero.it

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Sito:  www.dillocon1fiaba.it                          

                                                                   

Illustratrice: Alessandra Frate

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contatti: alessandra.frate@yahoo.com

Blog: http://tantiscarabocchi.wordpress.com/

Elisabetta Mauti

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