Quando, nell’estate del 2013, le dottoresse Martina Boseggia e Marta Carolo mi hanno contattata per un progetto (che le educatrici coinvolte hanno chiamato “OUT IS MOre” ) di tempo libero nella mia città sono stata subito entusiasta all’idea di aderire; il progetto prevedeva l’uscita di alcuni adolescenti autistici, una volta alla settimana, con le loro educatrici, in luoghi della città ogni volta diversi, per attività esclusivamente ludiche, di tempo libero.
Si trattava di una iniziativa che aspettavo da anni, ma, come sempre, “c’è un tempo e un luogo per ogni cosa” e quello era finalmente il momento giusto per partire; le iniziative non si improvvisano ma si pianificano, con calma, con organizzazione, con una progettazione fatta di relazioni, intuizioni di qualcuno che si aggiungono ad intuizioni di altri.
Nel caso di questo progetto l’alleanza è avvenuta fra le psicologhe e le famiglie coinvolte, per un progetto che è andato ben al di là delle aspettative iniziali: i quattro ragazzi coinvolti (Luca, Marco, Alberto e Simone) sono felici di uscire insieme, ormai cominciano a conoscersi e ri-conoscersi da una settimana all’altra, si divertono e nello stesso tempo imparano; a volte sono passeggiate nella natura, altre cene in qualche pizzeria o trattoria vicentina, altre ancora locali messicani o biscotti fatti in casa a casa di una o dell’altra psicologa; il sorriso stampato sul viso di mio figlio Luca al ritorno da una di queste uscite vi dice tutto…
Ho capito, come mamma, che è importantissima l’integrazione con i bambini “neurotipici” (compagni di classe, di sport ecc…) ma è ugualmente importante un momento “tra pari”, durante il quale si innesca un istintivo “riconoscersi” che li rende veramente felici.
All’inizio, quando i nostri figli cominciano a non trovare significativi giochi o attività dei loro coetanei neurotipici, per noi mamme è un vero trauma: ci sentiamo sole, crediamo che i nostri figli siano esclusi da tutto e più di qualsiasi cosa ci fa male il loro “autoescludersi”; per questo è importante inventare anche, per loro, una piccola compagnia di coetanei con i quali possa esserci una relazione più simile.
Il consiglio: contattate famiglie che hanno figli dell’età del vostro; cercate di capire quali, tra loro, hanno caratteristiche simili al vostro e coinvolgete le educatrici che li seguono in un progetto che, all’inizio, può essere una semplice pizza da andare a mangiare insieme. Questo è l’inizio, poi la creatività verrà poco alla volta e le soddisfazioni saranno immense….
Quello che Luca ed i suoi amici hanno fatto nei mesi scorsi e quello che faranno tutti insieme nei prossimi lo scoprirete nei prossimi post! Le loro avventure possono essere imitate anche dai vostri figli!
Elisabetta Tonini
on Feb 6th at 16:41
Chiedo aiuto x un ragazzo autistico di 21 anni abita a Merano
on Mar 9th at 08:37
BBuongiorno e complimenti per quello che fate! Chiedo anche a voi. Ho un ragazzo di 16 anni, anche autistico, che necessita di assistenza qualche ora il lunedì o giovedì dalle 16.15 alle 18 circa. A chi posso rivolgermi?