La nostra meravigliosa signorinella Matilde, figlia di Chiara, ha finalmente accettato di comparire nel blog…
Qui è con Joy, appena arrivata a casa loro la scorsa estate.
Qui, invece, è con Bibi, martedì scorso
E qui è con Luca e Bibi, oggi pomeriggio….
Matilde ha solo nove anni ma è incredibilmente portata per rapportarsi a Luca; ha un talento naturale per comprendere come parlargli, cosa dirgli, quando prenderlo per mano, quando lasciarlo stare da solo.
La prima volta che ho notato questa cosa (e da allora dico sempre a Chiara che, secondo me, sua figlia diventerà una psicologa/terapista per persone con autismo) aveva sei anni, eravamo in montagna e Matilde praticamente faceva fare a Luca quello che voleva: salire su un tronco d’albero, andare in monopattino, sedersi, alzarsi, correre, camminare….
E Luca, da quel dolcissimo bambino quale era (ed è) si lasciava beatemente comandare a bacchetta.
Quello che segue è il gioco simbolico che Matilde si è inventata oggi:
Senza che nessuno le dicesse niente ha fatto quello che i neuropsichiatri o gli psicologi o gli educatori specializzati ti insegnano a fare.
Tutto era doppio: le aragoste, i coltelli, le forchette…. in modo che Luca, che non sa giocare di fantasia e per simboli, semplicemente imitava i suoi gesti, divertendosi a modo suo un mondo….
Matilde alzava la forchetta e faceva finta di mangiare l’aragosta e Luca si divertiva a seguirla in questo gioco, felice di tanta attenzione dalla sua amica.
Io e Chiara, intanto, nella mia piccola cucina, sorseggiando litri di thè al latte, lavoravamo agli aspetti più tecnici del blog, quelli che ci portano via più tempo, che a volte mettono a dura prova la nostra pazienza, ma che ci fanno anche sentire vive, moderne e straordinariamente up-to-date...
Elisabetta Tonini
on Gen 12th at 07:56
Che belli che sono, Matilde è come il mio Pietro, il mezzano di 13 anni. In classe ha un compagno Samuele che è autistico e lui dalla prima classe media è diventato la sua ombra, anche quando le insegnanti di sostengo non riescono a calmarlo chiamano Pietro, appena Samu lo vede si tranquillizza, nell’ora di ginnastica poi il professore lo abbina a Pietro perchè altrimenti a volte lui perde il controllo. Penso che questa sensibilità sia un grandissimo dono e che sarà di conforto e di molto aiuto a Luca :-). E’ un piacere avervi scoperto!
on Gen 12th at 09:37
E’ incredibile…..hai ragione! è veramente una storia, quella di Pietro e del suo compagno autistico, che si intreccia con quella di Matilde e Luca…Il web permette questo, di incontrarsi, fra persone che altrimenti non riuscirebbero a farlo, e confrontare esperienze e sentirsi vicini anche quando non ci si conosce…
Grazie, Elena, di avercelo raccontato….
Saresti così gentile da dire alla mamma di Pietro che esiste il nostro blog…? è difficile “arrivare” alle mamme di bambini autistici perchè siamo di solito completamente coinvolte da tutto il lavoro sui nostri bambini, ma è importante anche avere dei momenti di “leggerezza”, anche se solo “virtuali”…..
E noi stiamo cercando di fare proprio questo, chiedendo complicità ad amiche, colleghe, sorelle di queste mamme per aiutarle a “rilassarsi” un pò…. TU SEI LA PRIMA con la quale parliamo di questo! (stiamo preparando una specie di post da inviare ad associazioni ecc…appena pronto te lo invieremo in anteprima!)
Un abbraccio da tutte e due!