Il Coordinamento Autismo Veneto riporta, condividendo e appoggiandone in pieno la comune battaglia, il Comunicato stampa della sezione veneta della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e la lettera della Fondazione Brunello ONLUS alla Regione Veneto.
Vi esortiamo (con il rispetto e l’educazione che contraddistinguono il nostro blog) a sentirvi liberi di commentare, fare domande, chiedere chiarimenti, pubblicamente (qui di seguito, tra i commenti alla fine di questo post) o anche privatamente, tramite la e-mail del blog: wisteriablue2012@gmail.com
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COMUNICATO STAMPA
In Veneto 55.000 bambini a rischio di cure inappropriate
Il declassamento di tutte le Unità Operative Complesse di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza a Unità Semplici deciso dalla Regione Veneto peggiora ulteriormente la risposta ai bisogni dei bambini con disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie.
Le nuove Unità diventeranno sottocomponenti organizzative delle Unità Operative Complesse Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, come se i disturbi del neurosviluppo fossero disturbi a preminente genesi sociale, con un passo indietro culturale di 40 anni.
Venezia, 21 Agosto 2017 – A giudizio della Sezione Veneta della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), le Linee di Indirizzo per i nuovi Atti Aziendali definite dalla Regione Veneto, alla luce della fusione e riorganizzazione delle Aziende ULSS, avrebbero potuto essere un’occasione per migliorare la struttura organizzativa e garantire maggiore equità di risposte in tutto il territorio regionale ai problemi legati ai disturbi del neurosviluppo. Invece, si è deciso il declassamento di tutte le Unità Operative Complesse di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza in Unità Operative semplici.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 1 bambino su 5 è colpito da un disturbo neuropsichico dell’età evolutiva (autismo, dislessia, disturbi di linguaggio, disabilità intellettiva, disturbi del comportamento e della condotta, dell’umore, anoressia, epilessia, disturbi neurologici complessi, malattie rare), che può determinare un quadro di disabilità anche grave. A livello nazionale, solo in meno della metà dei casi, i bambini con disturbi NPIA e le loro famiglie riescono ad avere dal Sistema Sanitario le risposte di cui necessitano e addirittura 1/3 degli adolescenti che hanno necessità di un ricovero ospedaliero per un grave disturbo psichiatrico finiscono in reparti per adulti.
La situazione della Regione Veneto, dove 55.000 minori sono seguiti dai servizi pubblici, non fa eccezione ed è aggravata dalla estrema difformità dei servizi nelle diverse ex ULSS, come organizzazione, denominazione, risorse.
“La decisione di ridimensionare le UO di neuropsichiatria Infantile – sostiene Bernardo Dalla Bernardina, past President della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) – comporterà uno scadimento delle capacità di diagnosi precoce e trattamento dei disturbi neuropsichiatrici e della professionalità sanitaria necessaria in tale ambito. Ne conseguiranno un marcato peggioramento dell’offerta sanitaria, un aumento dei costi per i pazienti costretti a rivolgersi a strutture private o esterne alla Regione Veneto. Si tratterebbe inoltre di una scelta in netta controtendenza con le direttive nazionali e le scelte sanitarie delle regioni più avanzate in tale ambito”.
La Regione Veneto, unica in Italia, non avrà quindi negli anni futuri nessuna UOC di NPIA. Le nuove UOS di NPIA diventeranno sottocomponenti organizzative delle UOC Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, come se i disturbi del neurosviluppo fossero disturbi a preminente genesi sociale, con un passo indietro culturale di 40 anni.
E’ dimostrato infatti che i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono disturbi a base neurobiologica, la cui espressività può essere modulata dall’ambiente e la cui diagnosi e cura richiede competenze specifiche specialistiche sanitarie che, alla luce delle nuove conoscenze nell’ambito delle neuroscienze, permettono non solo diagnosi sempre più tempestive ma soprattutto interventi terapeutici e riabilitativi efficaci.
“La politica della Regione Veneto di avere ‘distretti forti’ è assolutamente condivisibile – afferma Roberto Tombolato, Segretario Triveneto della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) -, ma per quanto riguarda la salute mentale del bambino e dell’adolescente rischia di avere un’area di grande debolezza se non comprende la complessità, la delicatezza e la peculiarità dell’attività svolta con minori affetti da patologie neuropsichiatriche.
“Le attività verso i soggetti con patologie neuropsichiatriche – spiega Antonella Costantino, Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) – richiedono diagnosi, a volte anche complesse, trattamenti riabilitativi, trattamenti farmacologici, indagini cliniche strumentali, ricoveri ospedalieri, rapporti con i pediatri di famiglia, con le scuole, tali da garantire una presa in carico del bambino e della famiglia e della rete di strutture scolastiche e sociali. Per poter fare questo servono Servizi Specialistici di NPI competenti e multiprofessionali, che vedano la presenza di medici NPIA, psicologi, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, educatori professionali, infermieri, diretti da un medico specialista in NPIA, che eroghino trattamenti riabilitativi i cui risultati siano basati sulle più aggiornate evidenze scientifiche, con specificità diverse per le diverse patologie, e integrati sul bambino, la famiglia e la scuola. Devono inoltre potersi muovere con sufficiente autonomia su tutti i livelli Istituzionali necessari per poter supportare la rete in cui il minore e la famiglia sono inseriti.
Un distretto forte non può rinunciare ad un servizio di NPIA con una struttura organizzativa idonea a garantire le necessarie attività complesse e coordinate con gli altri servizi territoriali e ospedalieri.
Per ulteriori informazioni:
Roberto Tombolato
Segretario Regionale Triveneto
Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza
Tel. 347 8494750
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prot.2322/17/G Vicenza, 17 agosto 2017
Al Presidente
On. Luca Zaia
All’ Assessore Regionale Sanità
Dott. Luca Coletto
All’assessore Servizi Sociali
Dott.ssa Manuela Lanzarin
REGIONE VENETO – VENEZIA
Oggetto: Unità operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: UOS o UOC?
Abbiamo preso visione del documento “ Linee di Indirizzo per gli Atti Aziendali della Regione Veneto: con il declassamento di tutte le Unità Operative Complesse di Neuropsichiatria dell’Infanzia dell’Adolescenza a Unità Semplici, peggiora ulteriormente la risposta ai bisogni dei bambini con gravi disturbi del neurosviluppo e alle loro famiglie”.
La nostra esperienza di lavoro sull’autismo, fin dal 2003, e lacostituzione e conduzione del Gruppo provinciale per l’autismo dal 2007, ci inducono a ricordare alla Regione Veneto che si è attualmente già in assenza di risorse, presso i Servizi del territorio provinciale. Si ravvisa sempre più la necessità della presenza di una rete di servizi di NPIA omogenea in tutto il territorio nazionale, con un approccio multi professionale, interdisciplinare ed età specifico, e adeguata formazione continua degli operatori.
Le “Linee di indirizzo regionali per i Disturbi dello Spettro Autistico” (DGR 2959 del 28 dicembre 2012, nell’allegato A, cita espressamente l’approccio multidisciplinare e multiprofessionale, precisano le seguenti azioni:
…..omissis
“Programmazione ed attuazione di un percorso comune di diagnosi clinica e conseguentemente dei
modelli omogenei e specifici di intervento terapeutico e abilitativo, in collaborazione con personale
tecnico specificamente formato nell’area abilitativo/riabilitativa, con un approccio multidisciplinare
e multi professionale.
- Formazione del personale secondo modelli e percorsi validati dal Coordinamento regionale per gli
ASD sulla base di validazioni scientifiche.
- Riorganizzazione delle risorse volte a effettuare diagnosi precoci e ad attivare progetti abilitativi
………….
E questo anche relativamente ai Disturbi del neurosviluppo (Disabilità intellettiva, ADHD, Disturbi della comunicazione, ecc) , nel DSM-5 viene espressa la necessità di una diagnosi e di una presa in carico precoce e tempestiva, al fine di limitarne l’interferenza sulla maturazione psicologica e comportamentale del bambino.
Siamo a conoscenza che in Regione Veneto è stato costituito, con Decreto 23.3.2017, un Gruppo tecnico di coordinamento regionale autismo, composto di NPI, psichiatri, psicologi, assistente sociale per un contributo scientifico all’attuazione delle Linee guida sopra citate.
Ci chiediamo pertanto la motivazione che sta alla base del “declassamento” delle U.O.di NPI da complesse a semplici, che oltre a non poter fornire le prestazioni qualificate di un team interprofessionale, riporterà le famiglie a “vagare” alla ricerca di Centri o professionisti fuori regione, ripetendo quanto succedeva nel passato ( prima dell’anno 2000), quando la presenza nelle Aziende ULSS di Servizi con personale ancora carente di una formazione professionale adeguata.
Le persone con autismo o disturbi del neurosviluppo e le loro famiglie hanno bisogno di essere accompagnate, fin dal momento della diagnosi, da personale preparato e coinvolte, assieme alla Scuola, nella definizione del progetto di intervento abilitativo-riabilitativo, con un percorso che possa poi avere continuità nell’età adulta.
Condividiamo pertanto tutto il documento predisposto dalla S.I.N.P.I.A. e confidiamo che la Regione Veneto si allinei alle altre Regioni italiane nel riconoscimento delle funzioni delle U.O.C. di NPIA.
Distinti saluti
La Redazione del Coordinamento Autismo Veneto