Scultura di Lorenzo Quinn
Global history: come cambia il modo di fare storia.
Articolo di Andrea Guerra
La storia è da sempre caratterizzata da una costante: il cambiamento. Negli ultimi tre o quattro decenni il mondo ha conosciuto una serie di trasformazioni rapide, diffuse e profonde, tanto da fare di questo periodo una cesura storica di grande rilievo. Tale fatto impone agli storici, i quali cercano di “analizzare il passato alla luce del presente”, di aggiornare le proprie categorie interpretative generali. Per larga parte del XIX e del XX secolo (almeno fino alla metà del ‘900), gli studi storici e l’apprendimento della storia mondiale sono stati caratterizzati da una prospettiva occidentale, per non dire eurocentrica, o addirittura nazionalistica (nel nostro caso definita italocentrica). Jack Goldstone, sociologo americano della George Mason University, nell’opera “Perché l’Europa? L’ascesa dell’Occidente nella storia mondiale 1500 – 1850” edita in Italia da Il Mulino nel 2010, ha definito tale fase “storia dell’ascesa dell’Occidente”: la nascita della democrazia e della filosofia nella Grecia e nella Roma antiche, il Medioevo europeo, le arti e le esplorazioni dell’epoca rinascimentale, l’imperialismo e il colonialismo europei dell’800, la dominazione politica, militare ed economica dei paesi dell’Europa Occidentale e del Nord America. Altri luoghi del mondo (quali l’America Latina, l’Asia, l’Africa) cominciavano la loro “storia” solo con il contatto e la conquista degli europei. Per lungo tempo è stata “omessa” la storia antecedente al contatto con gli europei (inteso in senso coloniale), dimenticando ed ignorando che nei secoli precedenti Asia, Africa e Medio Oriente sono state culle di un progresso scientifico ed umanistico.
Nell’ultimo mezzo secolo, però, lo studio della storia mondiale si è concentrato di più sulle
Scultura di Lorenzo Quinn
Global history: come cambia il modo di fare storia.
Articolo di Andrea Guerra
La storia è da sempre caratterizzata da una costante: il cambiamento. Negli ultimi tre o quattro decenni il mondo ha conosciuto una serie di trasformazioni rapide, diffuse e profonde, tanto da fare di questo periodo una cesura storica di grande rilievo. Tale fatto impone agli storici, i quali cercano di “analizzare il passato alla luce del presente”, di aggiornare le proprie categorie interpretative generali. Per larga parte del XIX e del XX secolo (almeno fino alla metà del ‘900), gli studi storici e l’apprendimento della storia mondiale sono stati caratterizzati da una prospettiva occidentale, per non dire eurocentrica, o addirittura nazionalistica (nel nostro caso definita italocentrica). Jack Goldstone, sociologo americano della George Mason University, nell’opera “Perché l’Europa? L’ascesa dell’Occidente nella storia mondiale 1500 – 1850” edita in Italia da Il Mulino nel 2010, ha definito tale fase “storia dell’ascesa dell’Occidente”: la nascita della democrazia e della filosofia nella Grecia e nella Roma antiche, il Medioevo europeo, le arti e le esplorazioni dell’epoca rinascimentale, l’imperialismo e il colonialismo europei dell’800, la dominazione politica, militare ed economica dei paesi dell’Europa Occidentale e del Nord America. Altri luoghi del mondo (quali l’America Latina, l’Asia, l’Africa) cominciavano la loro “storia” solo con il contatto e la conquista degli europei. Per lungo tempo è stata “omessa” la storia antecedente al contatto con gli europei (inteso in senso coloniale), dimenticando ed ignorando che nei secoli precedenti Asia, Africa e Medio Oriente sono state culle di un progresso scientifico ed umanistico.
Nell’ultimo mezzo secolo, però, lo studio della storia mondiale si è concentrato di più sulle aree esterne all’Europa e sulle secolari modalità di scambio e interazione fra tutte le civiltà del pianeta. Sicuramente il mondo moderno e contemporaneo deve molto alla filosofia greca, al diritto romano, alla cultura e alla sapienza conservate nei monasteri dell’Europa medievale. E’ altrettanto vero, però, che esso ha ricavato dall’Asia e dall’Africa sistemi numerici, religioni, principi scientifici e matematici fondamentali, tecnologie, oltre ad una grande quantità di beni di consumo (abiti di cotone, polvere da sparo, libri e stampa, porcellana).
La global history è una disciplina che si offre di indagare in particolar modo tali aspetti, partendo proprio dall’analisi del passato alla luce del presente. Il presente ci dice che nuovi attori politici ed economici si affacciano nello scenario dei rapporti internazionali, quali la Cina, l’India, oppure l’Islam come forma di mobilitazione. Non solo, ma il presente ci interroga sempre più riguardo problematiche di carattere mondiale, come i mutamenti climatici e dei diversi ambienti del pianeta. Tali considerazioni si distaccano enormemente dall’approccio storico di 20 anni fa, quando il fulcro della politica mondiale era rappresentato, ad esempio, dal contrasto tra capitalismo e comunismo. Negli ultimi 15 anni, un gruppo di storici economici e sociali ha avanzato alcune nuove e sorprendenti argomentazioni a proposito della storia mondiale. Invece di considerare l’ascesa dell’Occidente come un lungo processo fatto di progressi graduali verificatisi in Europa mentre il resto del mondo rimaneva immobile, questi studiosi hanno capovolto il punto di vista. Perciò si è provato a considerare un’ascesa planetaria dall’età arcaica ad oggi, studiando il parallelo ed intrecciato sviluppo del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Europa: un’osservazione ed uno studio dall’ottica più ampia. Gli uomini viaggiano, e con essi non solo merci, ma anche culture, tecnologie, modelli di organizzazione sociale e statale, malattie. Al centro della scena vengono posti i contatti e gli scambi fra le varie civiltà.
Le scoperte fatte sono state importanti e sorprendenti. Ad esempio fino al 1500 circa, è stata l’Asia ha ricoprire un ruolo di guida a livello mondiale in campo economico, scientifico e tecnologico. L’Europa che esce dal Medioevo è arretrata rispetto alla Cina. Non solo, ma fino al 1800 circa, l’Europa e l’Asia procedono su un medesimo binario. Le civiltà europee non raggiungono o superano quelle asiatiche fino all’inizio di quella che viene considerata l’età contemporanea. L’ascesa occidentale è dunque da considerarsi recente ed improvvisa e poggia le sue basi anche sulle conquiste di altre civiltà. Anzi, alcuni studiosi ritengono che tale ascesa potrebbe essere stata un fenomeno relativamente breve e forse temporaneo dal momento che, attualmente, vi sono altre società che stanno raggiungendo e superando quelle occidentali (Cina ed India in primis).
L’operazione compiuta è caratterizzata da una ricontestualizzazione della storia europea e occidentale, assumendo una prospettiva planetaria e di periodo più lungo.
Tale approccio è, a mio parere, fondamentale per osservare con rinnovato punto di vista la storia dei popoli che abitano la Terra. Oggi tutti i popoli del mondo effettuano il tentativo di comprendere come prosperare e crescere: questo nuovo sguardo sul passato, offre sicure ed utili informazioni per il futuro. Inoltre, imparare ad avere un approccio globale e saper insegnare alle nuove generazioni a rapportarsi con il mondo offrendo un’impostazione storica di questo tipo, può risultare necessario per garantire la prosecuzione, il consolidamento ed il raggiungimento della consapevolezza di essere tutti parte di un’unica Terra.aree esterne all’Europa e sulle secolari modalità di scambio e interazione fra tutte le civiltà del pianeta. Sicuramente il mondo moderno e contemporaneo deve molto alla filosofia greca, al diritto romano, alla cultura e alla sapienza conservate nei monasteri dell’Europa medievale. E’ altrettanto vero, però, che esso ha ricavato dall’Asia e dall’Africa sistemi numerici, religioni, principi scientifici e matematici fondamentali, tecnologie, oltre ad una grande quantità di beni di consumo (abiti di cotone, polvere da sparo, libri e stampa, porcellana).
La global history è una disciplina che si offre di indagare in particolar modo tali aspetti, partendo proprio dall’analisi del passato alla luce del presente. Il presente ci dice che nuovi attori politici ed economici si affacciano nello scenario dei rapporti internazionali, quali la Cina, l’India, oppure l’Islam come forma di mobilitazione. Non solo, ma il presente ci interroga sempre più riguardo problematiche di carattere mondiale, come i mutamenti climatici e dei diversi ambienti del pianeta. Tali considerazioni si distaccano enormemente dall’approccio storico di 20 anni fa, quando il fulcro della politica mondiale era rappresentato, ad esempio, dal contrasto tra capitalismo e comunismo. Negli ultimi 15 anni, un gruppo di storici economici e sociali ha avanzato alcune nuove e sorprendenti argomentazioni a proposito della storia mondiale. Invece di considerare l’ascesa dell’Occidente come un lungo processo fatto di progressi graduali verificatisi in Europa mentre il resto del mondo rimaneva immobile, questi studiosi hanno capovolto il punto di vista. Perciò si è provato a considerare un’ascesa planetaria dall’età arcaica ad oggi, studiando il parallelo ed intrecciato sviluppo del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Europa: un’osservazione ed uno studio dall’ottica più ampia. Gli uomini viaggiano, e con essi non solo merci, ma anche culture, tecnologie, modelli di organizzazione sociale e statale, malattie. Al centro della scena vengono posti i contatti e gli scambi fra le varie civiltà.
Le scoperte fatte sono state importanti e sorprendenti. Ad esempio fino al 1500 circa, è stata l’Asia ha ricoprire un ruolo di guida a livello mondiale in campo economico, scientifico e tecnologico. L’Europa che esce dal Medioevo è arretrata rispetto alla Cina. Non solo, ma fino al 1800 circa, l’Europa e l’Asia procedono su un medesimo binario. Le civiltà europee non raggiungono o superano quelle asiatiche fino all’inizio di quella che viene considerata l’età contemporanea. L’ascesa occidentale è dunque da considerarsi recente ed improvvisa e poggia le sue basi anche sulle conquiste di altre civiltà. Anzi, alcuni studiosi ritengono che tale ascesa potrebbe essere stata un fenomeno relativamente breve e forse temporaneo dal momento che, attualmente, vi sono altre società che stanno raggiungendo e superando quelle occidentali (Cina ed India in primis).
L’operazione compiuta è caratterizzata da una ricontestualizzazione della storia europea e occidentale, assumendo una prospettiva planetaria e di periodo più lungo.
Tale approccio è, a mio parere, fondamentale per osservare con rinnovato punto di vista la storia dei popoli che abitano la Terra. Oggi tutti i popoli del mondo effettuano il tentativo di comprendere come prosperare e crescere: questo nuovo sguardo sul passato, offre sicure ed utili informazioni per il futuro. Inoltre, imparare ad avere un approccio globale e saper insegnare alle nuove generazioni a rapportarsi con il mondo offrendo un’impostazione storica di questo tipo, può risultare necessario per garantire la prosecuzione, il consolidamento ed il raggiungimento della consapevolezza di essere tutti parte di un’unica Terra.
Elisabetta Tonini