Genitori e autismo: un difficile equilibrio familiare

Genitori e autismo: un difficile equilibrio familiare

Una delle cose più belle dell’autismo è che non si smette mai di migliorare.

Per informazione diretta so che anche adulti con autismo, che magari per 40 o 50 anni non hanno ricevuto alcuna educazione specifica, possono, se seguiti correttamente, iniziare ad imparare e continuare a farlo.

Questa possibilità , che viene data da collaudate tecniche educative (esistenti, alcune, da decenni, ma finalmente applicate in modo abbastanza generalizzato), e che permette a bambini molto piccoli di avere miglioramenti insperabili anche solo dieci anni fa,  ha però un risvolto “pericoloso”, che in realtà , per statistica, riguarda più frequentemente le mamme, nelle famiglie con presenza di figli autistici.

Proprio perchè si sa, infatti, che, attraverso una stimolazione educativa costante, il miglioramento è possibile, molto spesso proprio le mamme intraprendono una corsa contro il tempo, nella speranza di riuscire ad insegnare al proprio figlio quante più cose possibile, nel tentativo disperato di avvicinarsi il più possibile alla normalità .

Se questo lavoro viene svolto con equilibrio e serenità  le mamme di figli autistici diventano delle stakanoviste incredibili e spesso i migliori terapisti dei propri figli.

Quando invece il lavorare con il proprio figlio prende il sopravvento rispetto a tutta la vita di una persona e di una famiglia, allora l’equilibrio svanisce e, molto spesso, insieme all’equilibrio anche la serenità  personale e familiare.

Non solo viene meno l’aspettativa normale di futuro, ma vengono meno anche tutte quelle cose, accessorie ma importanti, come interessi, passioni, divertimenti, tempo libero, vita di relazioni sociali.

Un’analisi costi-benefici, passatemi il termine, va fatta. Non subito, ovviamente; non quando una famiglia ha appena scoperto di avere un figlio autistico ed ha bisogno di tempo per metabolizzare, rielaborare, accettare.

Non subito, ma dopo qualche tempo (non misurabile perchè soggettivo) questa va assolutamente fatta.

Cosa intendo per analisi costi-benefici?

Intendo dire che ogni famiglia deve porsi l’obiettivo di capire quando dedicare tempo, energie e, perchè no?, anche denaro ad un progetto specifico del proprio figlio autistico, e quando invece quel tempo, quelle energie e quel denaro debbano essere spesi per un altro o altri componenti della famiglia; ugualmente, nessuno può dirci quanto tempo dedicare agli stessi progetti, sacrificando altri figli o il coniuge.

Questo equilibrio può essere deciso solo ed esclusivamente dalla famiglia. Nessun neuropsichiatra, psicologo, educatore, terapista potrà  mai dirci quanto lavorare con e su nostro figlio.

Loro potranno dirci come;  potranno ovviamente anche dirci che, quanto più lavoreremo con lui, tanti più risultati otterremo.

Ma non avranno mai il diritto di andare oltre.  Perchè l’oltre dobbiamo deciderlo noi.

In questa sezione del blog troverete tanti consigli per raggiungere il vostro equilibrio familiare; i consigli arriveranno da genitori come voi o da esperti sull’autismo; tutti potranno esservi utili, tanti influenzeranno le vostre scelte; ma le scelte, come è giusto che sia, saranno solo vostre.

Elisabetta Tonini

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