Quando i miei figli erano piccoli una delle prime cose che ho fatto è stata iscrivere tutti e tre (loro due più me stessa) ad un corso “genitore – bambino”.
Non sono molto amante del nuoto. Ho sempre freddo in acqua anche in pieno agosto, non ho mai imparato a nuotare bene (nonostante mio padre, quando ero piccola, molto amorevolmente mi abbia mille volte iscritto a corsi collettivi e anche individuali) e soprattutto non amo particolarmente mettere la testa sott’acqua.
Ma, si sa, per i figli questo ed altro. Un giorno, Luca avrà avuto 1 anno, eravamo in vacanza, di fronte ad un mare stupendo, e loro due non volevano nemmeno avvicinarsi per la paura.
Era il momento giusto di imparare a nuotare; per superare la paura dell’acqua alta e per mettere un pezzettino di “qualità di vita” nello zaino delle cose da portare con sè.
Per 4 o 5 anni, quindi, ogni sabato pomeriggio e a volte anche la domenica mattina prendevo i miei pargoletti Nicola e Luca (che hanno 21 mesi di differenza) e andavamo in piscina.
L’uscita dalla vasca era l’inizio di uno dei momenti più complicati che a memoria io ricordi: dovevo fare la doccia io e farla a loro due, asciugare me stessa e loro, vestirmi e vestire loro (almeno finchè Nic non ha iniziato ad essere autonomo) ed asciugare i capelli di tutti.
Insomma, non era una passeggiata.
Ma il nuoto è importante, non potevo vivere con l’idea che i miei figli, passando vicino ad una piscina o camminando qualche metro in più al mare verso il largo, non fossero in grado di nuotare, qualora ne avessero avuto bisogno; come non potevo accettare il fatto che la paura impedisse loro di divertirsi.
Come è andata a finire? che dopo alcuni anni Nicola mi ha detto senza possibilità di replica che il nuoto non era il suo sport (è diventato in effetti un tennista) ed ha smesso di fare corsi, mentre Luca va in piscina tutte le volte che riesco a portarlo o a farlo accompagnare.
Luca adora letteralmente l’acqua, e questo è comune a molti ragazzi autistici.
Ha un rapporto con l’acqua di naturale simbiosi.
Prima lezione da mio figlio: sarà anche un ragazzino autistico ma ha i suoi gusti, le sue inclinazioni, i suoi talenti.
Non dobbiamo mai dimenticare che l’autismo è una difficoltà che ricopre, come una corazza, l’indole naturale di una persona.
Sta a noi riuscire a guardare oltre quell’armatura e scoprire le passioni, le predisposizioni e i desideri dei nostri figli; nè più nè meno di come cerchiamo di fare per i loro fratelli o sorelle non autistici.
Il sorriso che vedete in questa foto è quello di Luca nello spogliatoio della piscina, poco prima di entrare in acqua.
Mi sembra molto felice, vero?
Come mamma non vorrei niente di più.
Seguiteci nelle avventure di Luca in piscina!
Elisabetta Tonini
on Feb 9th at 16:54
Dolce Luca é bravissimo , e sicuramente avrá intensi momenti di soddisfazione. Grande Luca !!!
on Feb 9th at 18:10
Grazie Maysa!!!!Un bacio a te!!!!